CALATTUBO
Memorie da salvare

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CALATTUBO. Memorie da salvare
Tesori da custodire

Il comprensorio di Calattubo (o Calatubo), nel Comune di Alcamo (Trapani), è un’area ricca di testimonianze archeologiche che attraversano millenni di storia umana, dalla preistoria al terremoto del Belìce (1968).

Il documentario racconta il territorio attraverso la voce di alcuni dei componenti di “Salviamo il Castello di Calatubo“, l’associazione che cura e rende periodicamente fruibile almeno una parte dei luoghi d’interesse storico-archeologico di Calattubo, con grande impegno e sacrificio personale.

CALATTUBO. Memorie da salvare
Una storia complessa

Grotte con tracce di frequentazione antropica, una necropoli arcaica, testimonianze greco-punico-romane, medievali, moderne e contemporanee evidenziano, tutte insieme e senza dubbio alcuno, una continuità della presenza umana nell’area di Calattubo.

Da che mondo è mondo, l’uomo lascia le tracce del suo passaggio nella storia, che riaffiorano e che vengono esaminate dagli studiosi insieme alle fonti d’epoca storica, lasciate da cronisti contemporanei dei fatti storici, le quali necessitano di un approccio adeguato perché siano correttamente interpretate, con il fine di ricostruire abitudini, credenze e comportamenti.

Tramite le parole di Stefano Catalano, Maria Rimi, Salvatore Campo e Rosario Adamo, cercheremo di addentrarci nel cuore di un territorio dall’excursus storico complesso e ricco di punti ancora da approfondire. Proprio perché insistono numerose evidenze di epoche differenti, è auspicio nostro, ma soprattutto di chi cerca di difenderlo con costanza e determinazione, che gli organi competenti siano richiamati anche da questo nostro lavoro audiovisivo, per avviare uno studio sistematico in loco.

CALATTUBO. Memorie da salvare
Toponomastica e geografia

“Calattubo” risulta essere un toponimo utilizzato almeno fino all’epoca moderna, come nome di  un possedimento nobiliare della famiglia De Ballis. Solo in tempi relativamente recenti una delle “t” è stata eliminata dall’uso comune del termine, probabilmente per addolcirne la pronuncia – o per una semplice forma di riduzione della complessità.

Perché utilizzare come titolo il nome “Calattubo“, invece di “Calatubo“? La nostra decisione di utilizzare il toponimo storico, come titolo del nostro documentario, mira a un recupero anche di quanto linguisticamente si riferisce a questo luogo. Non ci soffermeremo sull’etimologia del toponimo in sé, sulla quale esistono diversi punti di vista – sui quali vi sarebbe molto da dire. Rimane chiara l’origine araba del termine, certamente sviluppatosi a partire dall’XI secolo.

È infatti la rocca dove sorge il castello a dare il nome a tutto il comprensorio, dove oggi sorgono sterminati vigneti, uliveti, campi di grano, alternati a sterpai di vegetazione mediterranea di tipo erbaceo o arbustivo. La valle di Calattubo è inoltre attraversata da un torrente, oggi denominato Finocchio, che poco oltre la rocca si unisce a un secondo corso d’acqua, il Fico. Le evidenze morfologiche e i ritrovamenti di probabili bitte d’attracco in calcarenite, proprio in prossimità di tali torrenti, lasciano ragionevolmente ipotizzare che potesse trattarsi di corsi d’acqua una volta addirittura navigabili, utili al trasporto verso il vicino mare di prodotti agricoli o di pietra molare – arenaria conchiglifera – che veniva cavata nelle vicinanze almeno dal periodo arabo.

CALATTUBO. Memorie da salvare
Conclusioni

Vi invitiamo a consultare la bibliografia che inseriamo nei titoli di coda di tutti i nostri documentari, così da approfondire gli argomenti di cui trattiamo che talvolta vengono solo accennati nei nostri elaborati audiovisivi, per evitare divagazioni e indebolimenti narrativi.

Ci preme ringraziare la cantastorie palermitana Sara Cappello per aver contribuito, con la sua musica, alla realizzazione di questo lavoro.
Ringraziamo anche l’associazione “Salviamo il Castello di Calatubo” per averci accompagnato in questa bellissima avventura, alla scoperta di un territorio straordinariamente ricco di meraviglie, potenzialmente capaci di far luce su molti aspetti storico-archeologici ancora poco chiari, che riguardano sia Calattubo che l’intera Sicilia occidentale.

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